Dopo essere entrati nel mondo di Buffy, è tempo di tornare tra le strade di Twin Peaks, un’altra delle serie più importanti della storia della televisione.

Le rivoluzioni arrivano in maniera inaspettata. Le serie televisive negli anni ’80 erano territorio di storie capaci di intrattenere grazie a sceneggiature efficaci e formule consolidate quanto rigide. Intrattenimento di buon livello, ma non a suo agio con storie complesse, non abituato ad investigare aspetti profondi della vita umana, l’inconscio dei suoi protagonisti. Un altro pianeta rispetto al cinema. Quando Michael Mann decise di prendere le redini di una serie TV, Miami Vice, la differenza con gli altri prodotti del tempo fu subito evidente. La serie aveva stile, inquadrature mozzafiato, e una colonna sonora ipnotica. Ma la formula della serie non era molto lontana dai polizieschi del tempo. Qualche anno dopo un altro regista proveniente dal cinema decise di portare la sua visione nel suo piccolo schermo. E David Lynch, già al tempo, non era considerato un regista comune. Il suo primo film, Eraserhead, è un delirio psichedelico ancora oggi terrificante, un film d’autore nel senso più classico del termine. Dopo il successo di The Elephant Man il suo nome diventò celebre, ma il suo stile non è mai sembrato compatibile con il grande pubblico. Nonostante questo, dopo che il primo episodio di Twin Peaks, da lui diretto e prodotto, ideato insieme a Mark Frost, è stato trasmesso dalla ABC, Lynch non aveva solo ottenuto un enorme successo. Aveva anche cambiato per sempre le serie TV.

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Dopo una straordinaria sequenza iniziale, accompagnata dalla musica di Angelo Badalamenti, un genio nel far convivere romanticismo ed inquietudine, la serie si apre nel momento in cui la piccola cittadina di Twin Peaks, una nefasta mattina, viene a scoprire della morte per omicidio di una adolescente popolare e bellissima, Laura Palmer. I cittadini della piccola città del nordoverst americano sono terrorizzati da quello che sembra un caso tutt’altro che isolato, che attira anche l’attenzione dell’FBI, Così l’agente federale Cooper arriva a Twin Peaks, e riesce immediatamente a collegare l’omicidio con una serie di eventi simili avvenuti in diverse parti degli Stati Uniti. Non si tratta di un normale serial killer. C’è qualcosa di paranormale nell’aria, una presenza che alcuni chiamano Bob, una figura malefica e terrificante che sembra impossessarsi delle persone. L’agente Cooper deve capire cosa e chi sia Bob. E sembra particolarmente adatto all’impresa. Non è un agente comune. Utilizza l’intuizione più delle prove. il suo approccio è quello di un monaco Zen caduto per sbaglio nelle fila dell’FBI. Insieme alla polizia locale e ad un cast di protagonisti affascinati, Cooper e lo spettatore entrano in un mondo misterioso, la cui domanda principale ha ipnotizzato il mondo per mesi: Chi ha ucciso Laura Palmer?

La vita del paese è fatta di intrighi, tradimenti, violenza e amori. Ci sono elementi da soap opera, montagne russe emotive che intrecciano i rapporti sentimentali di tutti i protagonisti della serie, e momenti comici e surreali con personaggi secondari davvero bizzarri, da una signora che gira la città con un ceppo di legno, ad un uomo con un braccio solo. Personaggi all’apparenza irrilevanti, ma spesso capaci di mostrare momenti di umanità che dimostrano la fascinazione di Lynch per la gente, la sua capacità di trovare empatia e bellezza nel grottesco. Twin Peaks è una serie straordinariamente sensuale, non solo perché il sesso è centrale nel racconto, ma soprattutto per la fluidità dello stile del racconto, per il modo in cui l’innocenza della vita del piccolo centro americano viene a contatto con i desideri dei suoi protagonisti. Ma la serie fa anche paura. È ricca di violenze, frustrazioni, intrappolate in un piccolo paese dal quale sembra non ci sia una via d’uscita, un posto capace di momenti di bellezza sublime e schegge di orrore fulminante. Lynch e Frost hanno costruito un posto indimenticabile. Al di là della sua storia, tutti coloro che hanno visto la serie hanno prima di tutto visitato un mondo dal quale è difficile non restare affascinati.

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Twin Peaks ha dimostrato sin dai primi momenti che la televisione non deve essere un medium minore. Lynch ha raccontato una storia misteriosa, mai scontata, utilizzando la costrizione temporale dei 50 minuti per episodio come un vantaggio per tenere in tensione gli spettatori alla fine di ogni puntata, ma senza mai rinunciare al suo stile. Nonostante abbia diretto in prima persona solo una manciata di episodi, ogni puntata mantiene lo stesso tono, dimostrando quanto in televisione il vero regista sia il produttore esecutivo. E Twin Peaks non solo è un’ottima trasposizione televisiva dello stile di Lynch, un flusso di coscienza zen dove il linguaggio del sogno viene usato per esplorare le angosce e i desideri degli umani. Il quattordicesimo episodio della serie è una delle migliori prove registiche mai date dall’autore. È probabilmente, ancora oggi, il singolo momento più alto mai raggiunto da un episodio di fiction in televisione. Se la serie si fosse conclusa lì, sarebbe stata perfetta, probabilmente irraggiungibile.

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Twin Peaks, però, non è una serie perfetta. Dopo aver ceduto alle pressioni del network e aver risolto il mistero principale della serie, rivelando l’assassino di Laura Palmer nell’episodio capolavoro di cui sopra, ABC ha trasmesso altre quindici puntate di buona qualità, ma lontane dall’energia che ha caratterizzato il resto della serie. La storia ha perso mordente, si è ingarbugliata in un cerchio di misticismo senza dare il senso di una via d’uscita. Gli spettatori hanno progressivamente abbandonato Twin Peaks, costringendo Lynch ad inventarsi un finale di ottimo livello, ma non necessariamente “risolutivo”. Due anni dopo il regista ha rivisitato il mondo della serie al cinema, con un film, Fire Walk With Me, che ha deluso molti e entusiasmato molti altri (tra cui il sottoscritto). Il film è parte integrante della serie, e chiarisce quasi tutti i misteri lasciati aperti in televisione, chiudendo i misteri di Twin Peaks con grandissima efficacia e senza lesinare scene fortissime, ai tempi impensabili nel piccolo schermo.

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Ma Twin Peaks è importante soprattutto perché ha dimostrato che è possibile rischiare in televisione. Ha dato vita a uno show come The X-Files, che ha dimostrato definitivamente la possibilità di avere successo mischiando una formula episodica e una storia che si dipana per tutta la serie. Ha dimostrato anche che il fantastico poteva andare oltre il pubblico di nicchia conquistato da Star Trek. Ha avuto un successo paragonabile a quello dei Ai Confini della Realtà (The Twilight Zone), introducendo una narrativa veramente seriale. Senza Twin Peaks, la serie televisiva moderna non esisterebbe; e ben poche serie riescono ad essere così potenti dopo vent’anni dalla loro messa in onda.

CONSIGLI DI VISIONE

Italiano o originale?

L’accento del nordest americano e le straordinarie performance degli attori di questa serie si possono godere appieno solo in versione originale. Ma la forza visiva della serie, e l’ottimo doppiaggio italiano (in questo caso particolarmente ispirato), permettono di godere della versione doppiata senza grossi problemi.

L’eredità della serie:

Lynch e Frost hanno provato a creare un’altra serie televisiva, On The Air, senza grande successo. Ma l’influenza della loro serie ha dato vita a molti epigoni: il già citato X-Files, oltre ad avere come protagonista uno degli attori della serie, David Duchovny, è anche decisamente vicina alle atmosfere portate in vita da Lynch e Frost. Atmosfere che hanno ispirato altre serie come Carnivale, Millennium, The Killing, American Horror Story, ma anche film e videogiochi (in particolare Alan Wake e Deadly Premonition, entrambi omaggi imperdibili per i fan della serie).

Se vi è piaciuta questa serie, guardate:

È difficile non vedere qualche eredità di Twin Peaks in serie come American Horror Story, True Blood, The Killing o anche Dexter. Ma nessuna serie sembra essere particolarmente vicina allo stile di Frost e Lynch, forse per soggezione, o perché è difficilissimo riproporre un format così specifico.

 

PUNTATE PRECEDENTI:

Introduzione – Lost

1 – Buffy L’ammazzavampiri



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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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4 Comments

  1. io che sono nato a metà anni ’80 ero piccolo quando è uscita sta serie, ricordo che mi faceva una paura incredibile quando vedevo gli spot o degli spezzoni in tv..

    l’ho recuperata un paio di anni fà perchè mi incuriosiva, ho visto solo la prima stagione e devo dire che l’ho trovata a dir poco eccellente..

    1. “Sta serie”??????

  2. Pure io ho notato la somiglianza a The Killing. Anzi dopo i primi dieci minuti pensavo di vedere una riedizione di TP.

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